La Mehari è diventata negli ultimi decenni un po’ un simbolo della vacanza nell’isola di Lampedusa, cerchiamo di capire in quest’articolo le sue origini. L’Europa intorno alla fine degli anni ’50 inizi anni ’60 iniziava una nuovo pensiero, più direzionato verso una più tranquilla e serena vita, volendosi buttare alle spalle tutto l’orrore della seconda guerra mondiale. Tutte le industrie vedevano crescere i propri profitti ed erano anch’esse sempre alla ricerca, di idee forse un po’ più consumistica, idee che portassero più introidi. L’industria dell’auto non venne meno a quest’ottica del nuovo, anzi proprio le industrie dell’auto rappresentavano economicamente , quella colonna portante che era uscita dalla guerra più forte grazie alla vendita di mezzi militare.
L’era era quella del buon design, della velocità e della spenzieratezza, prima di arrivare ad un auto pensata solo ed esclusivamente per la vacanza furono disegnati in tutt’Europa solo prototipi destinati non alla produzione di serie, fino ad arrivare al 1964 con l’arrivo della MINI MOKE in Gran Bretagna un auto ben apprezzata che riscosse un buon successo. In Francia il titolare di un ufficio brevetti, Roland de La Poyete, ispirandosi alla Mini Moke volle dedicarsi alla costruzione di un’auto per il tempo libero, fù convolto Pierre Bercot titolare della Citroën che interpellò i propri design per portare avanti l’idea di questa nuova visione di auto. Fu di Jean-Luis Barrault l’idea di tagliare letteralmente una 2CV per renderla libera, sostituendo le parti in ferro con plastica inizialmente liscia e poi piegata per formare delle nervature orizzontali tali da rendere queste parti più resistenti, mentre la scelta della plastica ne migliorò le prestazioni, facendo ridurre il peso totale del veicolo ma consentendo anche una durata più duratura della carrozzeria, più resistente agli agenti atmosferici. La macchina fu presentata al pubblico ad un salone Francese nel 1968 con l’unica modifica rispetto l’originale idea, di usare una Diane (auto sempre della casa costruttrice Citroën) come macchina di base, auto che comunque si può considerare l’evoluzione della 2CV. La Mehari riscosse subito un eccellente successo, ma è negli anni ‘80 quando iniziò il vero turismo a Lampedusa che le auto furono adottate da un noleggiatore di Lampedusa, dettata dalla volontà di trovare auto facili da manutenzionare ma che allo stesso tempo racchiudessero in sé l’idea di vacanza, le auto furono subito apprezzate dal turista dell’isola, portando anche gli altri noleggiatori di Lampedusa a ricercare questo tipo di auto, ancora oggi ben volute dal pubblico turistico lampedusano.